domenica 28 febbraio 2010

lacrime

L’occhio vede bene Dio

soltanto attraverso le lacrime.

V. Hugo, W. Shakespeare

Mario Luzi - l'ultima poesia

Mario Luzi (Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005) grande poeta italiano del Novecento e Senatore a vita della nostra Repubblica.

E’ la Sua ultima poesia, battuta al computer da Caterina Trombetti, sua assistente e amica, poche ore prima della morte.

La offro a Voi tutti, amici miei, in un momento di grande difficoltà per il nostro Paese, di grande dolore per il mondo spezzato dai terremoti, spazzato dai mari, piegato dalla crisi economica. La propongo perché, insieme, non si dimentichi che dopo una vetta raggiunta altre ve ne sono da conquistare e che l’Uomo mai deve fermarsi.

Buon futuro a tutti.

banzai43

sabato 27 febbraio 2010

del vivere ... per sempre


“Ma ho vissuto, e non ho vissuto

invano; la mia mente perderà

la sua forza, il mio sangue il suo fuoco,

e, sconfitto dal male, perirà

anche il mio corpo, ma in me esiste

qualcosa che consumerà il tormento

del tempo e vivrà quando sarò morto”

GEORGE “Lord” BYRON
LONDRA 1788 - MISSOLUNGI 1824)

dal "PROMETHEUS"

venerdì 26 febbraio 2010

della corruzione


Gli uomini incorruttibili sono forse come i biglietti di banca da un milione, che è difficile cambiarli.

P.I. TOULET, Monsier du Paur

Non v’è stata mai cosa alcuna, così ben immaginata dallo spirito umano o così solidamente stabilita, che nel corso del tempo non sia stata corrotta.

“Prayer Book”, PREFACE



l'italiano e l'Italia

Senza orizzonte


Mi manca l’orizzonte,

la speranza,

il calore affettuoso

degli amici,

il marciar

a obiettivi già segnati.

Povera Italia.

Vascello senza chiglia

senza prora né poppa,

col timon divelto,

le vele già strappate,

alla deriva.

Altre rotte e

timonier diversi

per riprendere il mare

a questa nave.

Altri traguardi.

Nuove forze in gioco.

banzai43

giovedì 25 febbraio 2010

con ironia

Che delusione essere valutati

per ciò che si è

e non per ciò che

si pretende di essere.

banzai43

mercoledì 24 febbraio 2010

Uno scandalo dopo l’altro: di quest’Italia di senza lavoro, miliardari, cassaintegrati, proprietari di attici e di barche …


Più passa il tempo e più rimpiango il passato. I bei tempi dove rubavano in tanti, ma se politici (non sempre), lo facevano per conto dei partiti. Ed i partiti controllavano e come se controllavano ed in modo costante. Vietato sgarrare.

Oggi non è così e il Paese è diviso. La compagine del Governo, mostra una compattezza di alleanza inguardabile (mamma mia quanto friabile).

L’opposizione (solo di nome) non può essere considerata tale perchè, al suo interno ha l’opposizione di sé stessa e l’opposizione dell’opposizione … dell’opposizione. E in tale condizione a chi si fa opposizione e con chi?, con quali personaggi?

Disponiamo di una classe politica sostanzialmente evirata e d’imprenditori genericamente maneggioni (anche se talvolta intelligenti oltre che furbetti) che rubano a man passa, s’impadroniscono dei nostri soldi e, soprattutto, delle nostre speranze. Individui ombra dei passati imprenditori e dei passati politici, giganti-sognatori al loro confronto.

Che schifo! Che puzza! Che sporcizia! Che voglia di schiaffeggiare i corrotti, i ladri, i profittatori ad uno ad uno.

Che vergogna parlarne con gli amici stranieri (non sempre ci si può sottrarre) che, quando amici veri, sono imbarazzati dalla nostra situazione di marginalità politica, etica e sociale.

E scusatemi di questo piccolo sfogo.

In ben altro modo si espresse, in una delle sue ultime composizioni, il grande poeta Giovanni Raboni, composizione (credo del 2004), che qui ripropongo.

Sdegnato la scrisse pensando d’aver visto il peggio del peggio. Non fu buon profeta. Il peggio doveva ancora venire. E’ un nuovo peggio mentre il peggio vecchio ancora persiste, due peggi assommati, insomma.

A Voi tutti, buon futuro (per quanto possibile) e, di nuovo, scusatemi.

banzai43

Canzone del danno e della beffa
Giovanni Raboni
(Milano 22.01.1932 - Parma 16.09.2004)

Stillicio di delitti, terribile:

si distruggono vite,

si distruggono posti di lavoro,

si distrugge la giustizia, il decoro

della convivenza civile.

E intanto l’imprenditore del nulla,

il venditore d’aria fritta,

forte coi miserabili

delle sue inindagabili ricchezze,

sorride a tutto schermo

negando ogni evidenza, promettendo

il già invano promesso e l’impossibile,

spacciando per paterno

il suo osceno frasario da piazzista.

Mai così in basso, così simile

(non solo dirlo, ma anche pensarlo duole)

alle odiose caricature

che da sempre ci infangano e sfigurano….

Anche altrove, lo so,

si santifica il crimine, anche altrove

si celebrano i riti

del privilegio e dell’impunità

trasformati in dottrina dello Stato.

Ma solo a noi, già fradici

di antiche colpe e remissioni,

a noi prima untori e poi vittime

della peste del secolo

è toccata, con il danno, la beffa,

una farsa in aggiunta alla sventura.




martedì 23 febbraio 2010

del pensiero


Bisogna sempre avere due idee: la seconda per uccidere la prima.

Georges Braque

Il dubbio è uno dei nomi dell’intelligenza.

Jorge Luis Borges

Le idee sono come ombre – sembrano salde finché cerchiamo di afferrarle.

Samuel Butler

Ci risiamo con l'Italia da mungere?

Scandalo Fastweb, le intercettazioni

di Emiliano Fittipaldi



Dalla versione on line, odierna, del quotidiano La Repubblica

Ecco come il senatore del Pdl Di Girolamo e gli imprenditori arrestati facevano affari milionari. Un gigantesco sistema di riciclaggio di denaro sporco che coinvolge anche Telecom. Ed emergono rapporti con Finmeccanica.

Il conto corrente i carabinieri lo hanno trovato alla Barclays Bank, Isole Seychelles, a nome della Waldorf Investment. Dietro quella società, secondo gli investigatori, ci sono due dei pezzi grossi finiti nella rete dei pm di Roma: il senatore Nicola Di Girolamo e Marco Toseroni, entrambi indagati, insieme al altre 54 persone, nella mega operazione su riciclaggio di denaro sporco del Ros e della Guardia di Finanza. Il conto corrente è di quelli pesanti: in pochi mesi ci finiscono dentro 36 milioni di euro. Tutti illeciti profitti guadagnati dalla banda capeggiata da Gennaro Mokbel, che dal 2003 al 2007 grazie alla falsa compravendita di schede prepagate e alla fittizia compravendita di traffico telefonico mai effettuato, ha generato operazioni per 2,2 miliardi di euro. Un riciclaggio spaventoso pari al debito dell’Alitalia, un’affare in cui sono coinvolti tutti: imprenditori, mafiosi, piccole aziende, rappresentanti delle forze dell’ordine, aziende come Telecom, Sparckle, Fastweb (è stato spiccato un mandato di arresto per l’ex aministratore Silvio Scaglia, l’attuale amministratore Parisi è indagato), politici di spicco.

l senatore Di Girolamo – di cui oggi la procura ha chiesto l’arresto – è uno dei perni dell’inchiesta: dalle intercettazioni e dalle indagini economiche sembra che il suo ruolo sia più che rilevante. La ‘ndrangheta avrebbe messo il nome del senatore Di Girolamo sulle schede bianche usate per i seggi destinati agli italiani all’estero per farlo eleggere. Ma il suo nome spunta dappertutto, soprattutto …

Chi intenda continuare la lettura potrà farlo

collegandosi a questo sito:

http://www.italysoft.com/news/la-repubblica.html

lunedì 22 febbraio 2010

TEMO UN UOMO ...


Temo un uomo dal discorso frugale

EMILY DICKINSON

(1830- 1886 Amherst, Massachusetts)


Temo un uomo silenzioso:

l’arringatore posso sorpassare,

il chiaccherone intrattenere.

Ma colui che pondera,

mentre gli altri spendono l’ultima lira,

di quest’uomo diffido.

Temo che egli sia grande.

domenica 21 febbraio 2010

della storia


La storia è testimone del tempo,

luce della verità,

vita della memoria,

maestra della vita e

rivelatrice del passato.

Marco Tullio CICERONE

del vino e dell'Aretino



Il vino confonde il senno,

contamina i sensi,

rimuove l’appetito,

discatena le membra,

distrugge il fegato,

stempera la complessione,

incita la lebbra,

e vitupera ogni cosa.

Pietro Aretino, Le carte parlanti

venerdì 19 febbraio 2010

Marcegaglia: "Italia colpita..."


19.02.2010, da Il Sole24ORE.COM

Marcegaglia: «Italia colpita duramente dalla crisi»

La crisi non è finita, anche se qualche miglioramento negli ultimi dati c’è. Ma la congiuntura resta «molto complessa». Dunque serve «grande attenzione». Così Emma Marcegaglia a margine di un convegno alla Fiera del Levante, commenta i dati Istat su fatturato e ordinativi dell’industria diffusi oggi. «I piccoli miglioramenti che si vedranno saranno comunque lenti e difficili», dice la presidente di Confindustria.

«L’impatto sull’occupazione c’é, siamo a un tasso di disoccupazione a oltre l’8,5%», sottolinea Marcegaglia che ricorda la priorità di gestire nei prossimi mesi alcune situazioni complesse di ristrutturazione. «L’importante – dice – é farlo insieme, con Governo, istituzioni, sindacati e Confindustria, non salvando stabilimenti che non possono stare in piedi ma assolutamente salvando posti di lavoro e cercando di reimpiegare le persone che rischiano di perdere il posto». La presidente di Confindustria torna a rilanciare la necessità di grandi riforme, «perché il Paese soffre di una crescita troppo lenta».

Sulla fase attuale Emma Macegaglia sgombra il campo da visioni fallaci. «Siamo nell’ambito di una crisi molto pesante. I dati, che ci aspettavamo, evidenziano che l’Italia é stata colpita duramente da questa crisi». Ma qualche miglioramento c’è, ammette.

E per i prossimi mesi il Centro studi di Confindustria stima per il 2010 un +1,1% di crescita del Pil: dopo il -4,9 del 2009, e il -1 del 2008. È «un miglioramento non sufficiente» a colmare il gap e a recuperare le perdite del 2009.

Emma Marcegaglia valuta positivamente l’apprezzamento del dollaro sull’euro, seguito anche alla decisione della Fed di rialzare i tassi di interesse. Può dare una boccata di ossigeno alle imprese italiane perché «veniamo da mesi in cui la forza dell’euro aveva penalizzato le esportazioni e la nostra capacità di stare sui mercati internazionali». Il cambio, dunque, insieme alla «maggiore competitività del nostro sistema, può aiutare a vendere di più all’estero».

giovedì 18 febbraio 2010

del dubbio e dell'errore


E’ men male l’agitarsi nel dubbio, che il riposar nell’errore.

A. Manzoni, Storia della colonna infame

118%. Bisogna preoccuparsi della Grecia?


118% Bisogna preoccuparsi della Grecia ?

 Dalla rivista INTERNAZIONALE n. 828 del 7.1.2010 (X)

Nel 1999 il rapporto tra il debito pubblico e il pil della Grecia era del 118 per cento. Ora, dopo dieci anni di progressi, sta tornando su questi livelli: per il 2010 si prevede il 110 per cento. Certo, il debito del Giappone arriverà presto al 200 per cento del pil e quello degli Stati Uniti al 100 per cento.Ma nel caso greco bisogna considerare che i precedenti sono preoccupanti: il pareggio di bilancio è stato raggiunto l’ultima volta nel 1972, sotto il famigerato regime dei colonnelli. Da allora il deficit è stato in media del 6 per cento del pil. Ma bisogna anche considerare che la Grecia non è l’Argentina ed è improbabile che il governo di Atene sospenda i suoi obblighi sul debito.Si arriverà all’insolvenza solo se le autorità non potranno rifinanziare il debito maturato o finanziarne uno nuovo: la decisione è nelle mani dei mercati. Ma anche se gli investitori voltassero le spalle alla Grecia, questo non significherebbe automaticamente un default. A quel punto Atene chiederebbe l’intervento del Fondo monetario internazionale.Comunque è importante che il governo greco cominci ad agire, come sta facendo l’Irlanda. La Grecia è una piccola economia aperta e quindi la sua situazione dipende strettamente da quella dei paesi partner.Sfortunatamente, i primi segnali fanno presagire che la risposta sarà in gran parte quella di sempre: un impegno contro l’evasione fiscale e la lotta agli sprechi. Belle parole, ma con risultati modesti. Il vero test saranno i tagli alla spesa pubblica, un intervento politicamente doloroso. Ma i tagli sono sempre dolorosi.

(x) Tito Boeri: economista italiano e professore all’Università Bocconi di Milano.

mercoledì 17 febbraio 2010

Sii gentile

Sii gentile

CHARLES BUKOWSKI

Ci viene sempre chiesto

di comprendere l’altrui

punto di vista

non importa quanto sia

antiquato

stupido o

disgustoso.

Uno dovrebbe

guardare

agli errori degli altri

e alle loro vite sprecate

con

gentilezza,

specialmente se si tratta di

anziani.

Ma l’età è la somma

delle nostre azioni.

Sono invecchiati

malamente

perchè hanno

vissuto

senza mettere mai a fuoco,

hanno rifiutato di

vedere.

Non è colpa loro?

Di chi è la colpa?

Mia?

A me si chiede di mascherare

il mio punto di vista

agli altri

per paura della loro

paura.

L’età non è un crimine,

ma l’infamia

di un’esistenza

deliberatamente

sprecata

in mezzo a tante

esistenze

deliberatamente

sprecate

lo è.

del lavoro



Il lavoro addolcisce in ogni tempo la vita;

ma non a tutti piacciono i dolciumi.

R. Hugo. Ghedicten.

martedì 16 febbraio 2010

Ivan, Sara e la terribile minaccia

IVAN, SARA E LA TERRIBILE MINACCIA

Racconto interessante a finale aperto,
acquisito dalla “rete”.
Lo riporto come l'ho trovato.
banzai43


Caro Ivan, mi chiamo Akim Khon e ti scrivo per raccontarti la mia storia.

Sono un ragazzo di 11 anni e vivo nel villaggio di Zakir e Sharif nel distretto di Dand in Afghanistan.

Lo scorso Giugno stavo giocando con mio cugino, quando all’improvviso una mina mi è scoppiata sotto il piede. Ho perso tutte e due le gambe e un dito della mano destra. Penso che le mine siano un pericolo per tutti. Aiutaci ad eliminarle.

Tuo, Akim Khan.

Ivan sobbalzò. si guardò intorno un pò intimorito, ma non c’era nessuno. “Chi ha parlato?” chiese spaventato.

“Sono la Terra, per gli amici Tea. Guarda in basso e mi vedrai”.

Ivan non aveva mai pensato che la Terra potesse parlare ed era molto stupito. Fissò l’erba, i sassi ed ascoltò. “Io ti posso aiutare” continuò Tea. “Sai, conosco bene la tragedia delle mine e tutti i danni che questi ordigni provocano”.

In un attimo, giusto il tempo di prendere sua sorella per mano, si ritrovarono tutti e due, come per incanto, sospesi in aria, sopra un bel tappeto di erba.

“Evviva!… Stiamo volando!”, gridò esultante Ivan. “Ma questa è una magia!”, disse Sara con il cuore in gola.

“Dove stiamo andando?” “Da Akim, naturalmente”, rispose Ivan tutto felice. “In Afghanistan”, gridò Sara.

“Ecco,siamo arrivati. E ‘proprio lì!” disse all’improvviso la Nuvoletta. “Grazie, grazie infinite!” ripeterono i ragazzi. “E’ stata proprio una gran fortuna incontrarvi.”

“Guarda, Sara!Quello deve essere Akim. Vieni, presto!” “Ciao.Tu sei Akim, vero?” “Sì… e voi da dove arrivate?” “Io sono Ivan e questa è mia sorella Sara.” “Ciao. Allora avete ricevuto la mia lettera! Che bello! “Sono proprio felice che siate venuti a trovarmi”, rispose Akim.

“Qui intorno ci sono molte mine.” “Ma dove? Io non vedo nulla!” disse Ivan incredulo. “Guarda”, continuò Akim”vedi quei cartelli rossi con la scritta “DANGER”? I cartelli indicano che questi sono campi minati. Le mine sono nascoste tra i cespugli, sotto terra. Nessuno sa dove.” “Davvero ?…e perché non vengono tolte prima che esplodano?” chiese Ivan. “Sai, lo sminamento è un’ operazione molto difficile e rischiosa” continuò Akim. “Occorrono i Metal Detector per localizzare le mine e ci vogliono persone specializzate per disattivarle”. “E immagino che ci vogliano anche molti soldi!”, disse Sara. “E sì, proprio tanti”. “Ma allora qui non si può giocare all’aperto ?”, domandò Ivan molto preoccupato. “E’ sempre un rischio”, rispose Akim”.

Sul tavolino accanto al suo letto c’era un piccolo cofanetto di legno. Akim si avvicinò e lo prese in mano.

“Voglio rivelarvi il mio segreto” …e così lo aprì.

“Qui conservo lettere e messaggi di tanti bambini e ragazzi feriti, come me, dalle mine. Vengono dalla Cambogia, dalla Somalia, dall’Angola, dal Mozambico, dall’Etiopia, dalla Bosnia e dalla Croazia”. Akim mostrò ai ragazzi decine e decine di lettere scritte in lingue e caratteri diversi. Qui bisogna fare qualcosa. Io ho un’idea”, gridò all’improvviso Ivan. “Andiamo a trovare tutti questi piccoli del mondo. Se non facciamo qualcosa noi bambini, hai voglia ad aspettare i grandi! Insieme sconfiggeremo le mine,ne sono certo”. “D’accordo”, disse Akim, felice di mettersi in azione. “Sarà proprio un lungo viaggio”, disse Sara eccitata dall’idea.

Il giorno dopo i tre amici partirono all’alba, diretti in Cambogia per andare a trovare Song Kosal e i suoi compagni. All’arrivo in Cambogia ci fu una gran festa di accoglienza. Ivan, Sara ed Akim erano davvero stupiti, perché era come se tutti stessero ad aspettarli. Poi Ivan prese la parola e disse, stringendo loro la mano: noi abbiamo un grande progetto. Vogliamo organizzare un’ Assemblea mondiale per eliminare per sempre tutte le mine: l’assemblea dei piccoli del mondo.

Durante l’Assemblea mondiale dei piccoli, Sara e Ivan invitarono il grande monaco a dare loro un messaggio di verità e di pace.Il venerabile monaco,alzandosi in piedi, disse: “Dobbiamo decidere che fare la pace è più importante di fare la guerra. Dobbiamo decidere che mettere al bando le mine è più importante di produrle, o usarle”, continuò il monaco con la sua voce profetica.”Fare pace richiede saggezza, richiede altruismo. Non c’è pace senza la totale messa al bando delle mine,di qualsiasi tipo”.

I bambini espressero le loro idee: “Feriti e stanchi della guerra siamo. Non più morte, ma vita vogliamo!” “Il nostro sogno è semplice e profondo: le mine al bando, subito, in tutto il mondo!” “La pace verrà, se ci sarà la solidarietà” “Le mine sono armi assassine che seminano solo rovine!” “Noi chiediamo la libertà di vivere, di giocare e continuare a sperare !”

…Quella notte , Ivan sognò che…

… ora scegli tu il finale...
(Contributi di Linda Colombo e Nadia Scioscia)

dei ricordi



Con il legname dei ricordi

armiamo le nostre speranze

Miguel de Unamuno

domenica 14 febbraio 2010

Cina: giovani, ricchi e indolenti


Cina: giovani, ricchi e indolenti

Articolo ripreso dalla rivista Internazionale

“Fu erdai”, ricchi di seconda generazione: così sono chiamati in Cina i figli di chi, tra stenti e difficoltà, ha accumulato una fortuna. Ma questi giovani rampolli, cresciuti nell’agio e viziati, rischiano di dissipare le ricchezze di famiglia e di dover ricominciare da zero. Il settimanale di Hong Kong Phoenix Weekly analizza le cause di un fenomeno che preoccupa il governo e che ha origini lontane.

A differenza di altri paesi, la Cina non ha aziende di famiglia antiche. Fin dalla prima repubblica, agli inizi del novecento, ogni tentativo di impresa capitalista è fallito, spiega il settimanale. Dagli anni cinquanta, il maoismo ha spento ogni iniziativa imprenditoriale. Solo con le riforme economiche di Deng Xiaoping, a partire dal 1979, milioni di cinesi hanno cominciato ad arricchirsi.

Ma dopo aver faticato per raggiungere il benessere, oggi i genitori sognano per i figli una vita facile. Troppo facile, al punto che molti finiscono nel giro della droga o della criminalità. E anche chi di loro studia nelle migliori università, abbandona l’azienda.

sabato 13 febbraio 2010

amore ed astri


Fulgida stella

Fulgida stella, come tu lo sei

fermo foss’io, però non in solingo

splendore alto sospeso nella notte

con rimosse le palpebre in eterno

a sorvegliare come paziente

ed insonne Romito di natura

le mobili acque in loro puro ufficio

sacerdotale di lavacro intorno

ai lidi umani della terra, oppure

guardar la molle maschera di neve

quando appena coprì monti e pianure.

No, – eppure sempre fermo, sempre senza

mutamento sul vago seno in fiore

dell’amor mio, come guanciale; sempre

sentirne il su e giù soave d’onda, sempre

desto in un dolce eccitamento

a udire sempre sempre il suo respiro

attenuato, e così viver sempre,

- o se no, venir meno nella morte.

JOHN KEATS
(1795, Londra – 1821, Roma)

venerdì 12 febbraio 2010

tra gli uomini


Purtroppo, tra gli uomini, son molti coloro che preferiscono stare con chiunque piuttosto che con se stessi.

Lucio Anneo Seneca

mercoledì 10 febbraio 2010

Dolore di bambino

Dolore di bambino

Mia madre gemette! mio padre pianse,

nel periglioso mondo balzai,

impotente, nudo, lamentandomi forte,

come un fantasma nascosto in una nube.

Lottando nelle mani di mio padre,

agitandomi contro le bende che dovevano avvolgermi,

legato e stanco, ritenni la cosa migliore

il ripiegarmi sul petto di mia madre.

WILLIAM BLAKE

(Londra, 1757 – 1827)

martedì 9 febbraio 2010

delle belle qualità


Abbiate pure cento belle qualità,

la gente vi guarderà sempre dal lato più brutto.

MOLIERE, Le Misanthrope

lunedì 8 febbraio 2010

Dolce tormento


Dolce tormento

“No! No! Il sonno m’uccide: lascia

ch’io dorma!”

dice, gia’ mezzo assopita, la cara ragazza:

e dopo vacilla, e si rovescia tra le mie braccia.

Io ve la lascio: il dolce suo peso

ora sostengo tra le mie braccia:

tutta la cingo nel supo sopore:

e conto ogni battito che batte il suo cuore.

Albeggia, alla fine! Oh che profondo

1sospiro; e dopo la bacio:

e’ terminato il mio lungo muto tormento:

ed ora, mia cara, mi spetta il compenso.

Ferencz Kazincky

(1759, Ersemlyen - 1831, Szephalom)

domenica 7 febbraio 2010

buoni e cattivi


In mezzo alle messi buone

non manca mai qualche spiga cattiva

né fra le cattive qualche spiga buona.

Marco Terenzio Varrone

sabato 6 febbraio 2010

Haiti da non dimenticare

Non lasciamo che il fuoco si spenga.

Continuiamo a sostenere gli sforzi di sopravvivenza della popolazione di Haiti.

Ricordiamoci tutti che anche pochi spiccioli da ciascuno di noi possono essere la base della ricostruzione, un pasto caldo, una bottiglia d’acqua, una coperta.

Anche solo

2 €

versati attraverso un messaggio dal cellulare possono far rinascere la speranza.

Fare del bene sostiene gli altri e ci rende migliori.

Non dimentichiamo chi ha bisogno d’aiuto.

Grazie a Voi tutti.

banzai43

Pubblicato

giovedì 4 febbraio 2010

dell'errore e della saggezza


Sono i saggi che arrivano alla verità attraverso l’errore;

quelli che insistono nell’errore sono gli sciocchi.

RUCKERT, Vierzeilen

mercoledì 3 febbraio 2010

Steve McCurry, basta il nome


Quante volte avete già visto questa foto negli ultimi anni? E quanto l’avete ammirata?

Potete “rifarvi gli occhi” visitando, a Milano, una mostra stupenda, al Palazzo della Ragione, prossimo a piazza Duomo.

L’esposizione è dedicata a Steve McCurry, fotografo statunitense, vincitore, due volte, del World Press Photo Awards.

Potrete ammirare circa 200 scatti ripartiti per tema. Fra essi: “Luoghi”, “Guerra”, “Torri gemelle”, Infanzia”.

Tutti scatti affascinanti (che siano belli è un fatto scontato), intensi, vissuti, resi possibili dall’aver vinto la diffidenza ed ottenuta la partecipazione consapevole dei soggetti che aprono, all’obiettivo, anche la propria anima.

La mostra, la cui chiusura era programmata per il 31 gennaio 2010 è stata prorogata al 28 febbraio.

Se amate viaggiare (anche con la mente), aprirvi al “diverso”, proteggere la natura ed avere qualche immagine da ricordare nel tempo, non perdete questa Mostra. E’ pura cultura. C’è anche questa, una volta tanto.

Ve la consiglia il Vostro amico banzai43 col solito augurio di Buon futuro.

banzai43