Il post precedente, in questo blog, venne scritto e pubblicato durante il periodo giurassico, tanti e tanti anni or sono, ma rieccomi
Son certo capite … anzi sapete, che meno si scrive e meno vien voglia di farlo. E’ una fatica. Innanzi tutto s’ha da pensare, poi ordinare i pensieri (difficilissimo!), mettere un po’ di virgole e punti qua e là (i punti e virgola …, ma dove vanno i puti e virgola?). Insomma, per farla breve esprimere pensieri è una sudata continua, ma qualche volta anche il sudore è necessario.
Detto questo, da quel lontano 21 gennaio 2022 è successo di tutto:
La elezione del non proprio nuovo Presidente della Repubblica (usato sicuro)
La nascita di un nuovo Governo benvisto, anzi molto benvisto dall’Europa, guidato da Mario Draghi persona autorevole (ma per taluni anche un po’ troppo autoritario)
L’assalto russo all’Ucraina a conferma delle mire espansionistiche di Vladimir Putin teso a ricostruire l’influenza della deceduta Unione Sovietica anche con grande ferocia, se necessario
L’imprevista resistenza ucraina, che ancora non molla e che anzi si permette, addirittura, di impostare delle controffensive (peccato di lesa maestà), resistenza imprevista non solo dal nuovo zar. E’ pur vero, peraltro, che l’Ukraina è molto aiutata con denaro, armi e sostegni politici esterni, ma è altresì vero che distruzione, dolore, sofferenze e morti sono tutte cose sue
La caduta del Governo Draghi, mi sembra giusto: all’estero Draghi piaceva e piace più di Berlusconi, il Nostro resisteva alle pretese di Conte e Salvini che più volte rimbeccato, non lo poteva più sopportare. Ecco allora che “un due tre bin salabim” i tre moschettieri (... non da soli) lo mettono nel sacco mentre ancora lo lodano, pur se con riserva per aver preteso da loro che studiassero i dossier prima di esprimere la propria opinione, meglio se disinteressata, per il bene del Paese.
Una Campagna elettorale inconsueta, breve ed estiva, regolata da una legge elettorale dissennata che obbliga a raggruppamenti senza vocazione all’unione. Dove forze alleate non parlano la stessa lingua, dicono cose diverse e si danno pizzicotti che per un po’ lasciano il segno. Dove un Renzi s’affianca a Calenda accettandolo come “guida” (inconcepibile!) di uno pseudo polo che ancora non sappiamo se esisterà, forse pronto a dargli il ben servito non appena se ne presenterà l’occasione e dove molti ancora attendono che Gianni Letta dica qualche cosa di sinistra, finalmente
La Gran Bretagna che ha concesso l’estradizione di Julian Assange (co-fondatore di Wikileaks) verso gli Stati Uniti dopo averlo detenuto illegalmente per molto di più di quanto previsto da una sentenza quanto meno assai opinabile e contro il giudizio anche di strutture Internazionali a favore dei diritti dell’uomo
La morte della Regina Elisabetta II^ che nella vita ha sperimentato le distruzioni della seconda guerra mondiale, il tormento, negli ultimi decenni, di plurime vicende familiari non edificanti ed il dolore per la scomparsa del Suo, certamente molto amato, marito Filippo.
Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d’Italia che attende assai speranzosa che gli exit-poll non siano campati in aria e che il Presidente della Repubblica Le conferisca l’incarico di formare il nuovo Governo (con Salvini, Berlusconi e chi altri?) che, se così sarà, speriamo possa reggere alle spese previste da Salvini, l’aumento delle pensioni promesse dal Cavalier Berlusconi e le prebende a cascata che ogni Governo al suo esordio non riesce a non distribuire