Le prime del mattino sono state notizie di morte. Il terremoto ha distrutto parte dell’Abruzzo e precipitato l’Italia nella paura e nello sconforto. E già vi sono le prime polemiche. Ma non n’è questo il tempo. Uno solo è il verbo attuale: fare, fare ed ancora fare. Oggi, in particolare, quando pare vi sia un unico vincente: la Morte. Vediamo di sconfiggerla. Con i ricordi.
Fra i miei quelli dei versi di Antonio Machado (1875-1939), poeta modernista-simbolista, che da tempo non rileggevo. Castigliano, protagonista certo del rinnovamento della lirica spagnola d’inizio secolo ebbe con la Morte, che gli aveva sottratto la giovanissima moglie Leonor, una insanabile contesa. A tutti coloro che hanno sofferto ed ancora soffrono, dedico queste due liriche.
In amicizia, banzai43
…..…ANTONIO MACHADO
Era una notte d’estate
Era una notte d’estate.
Il balcone era aperto;
anche la porta di casa;
in casa la morte entrò.
Al suo letto s’avvicina;
passando non mi guardò;
poi con le dita delicate
qualcosa di tenue ruppe.
Taciturna, senza sguardo,
la morte passò di nuovo
davanti a me. Che hai fatto?
La morte non mi rispose.
La mia bambina tranquilla,
restò dolente il mio cuore.
Ahi quel che ha rotto la morte
era un filo fra noi due!
Sognai che tu mi guidavi
Sognai che tu mi guidavi
per un candido sentiero,
in mezzo ai campi verdi,
verso le sierre azzurre,
verso l’azzurro dei monti,
una mattina serena.
La tua mano sentii nella mia,
la tua mano di compagna,
la tua voce di bimba al mio udito,
come una campana nuova,
come una campana vergine
d’un’alba di primavera.
Erano così vere, in sogno,
la tua voce e la tua mano!…
Vivi, speranza, chissà
Quel che la terra inghiottisce!
1 commento:
Hai ragione per le polemiche ci sarà tempo dopo ora bisogna solo fare e fare in fretta per cercare di salvare quante più vite possibili.
Anche io ho dedicato una piccola poesia a questa tragedia.
Un saluto Banzai!
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