La mala pianta
Ho lasciato trascorrere una settimana prima di risolvermi ad un modesto intervento riguardo ai fatti della politica. La spinta a seguito dell’aggressione subita da Silvio Berlusconi, nostro Presidente del Consiglio dei Ministri, ad opera di uno squilibrato (attivato o meno da qualcuno -tesi del complotto- non saprei).
Una settimana, come dicevo, impiegata ad ascoltare i commenti della gente della strada, leggere i giornali, sentire/vedere trasmissioni radio e TV. Rare le eccezioni; tutti, giustamente a rimproverare un gesto insensato, ignobile, inqualificabile, ingiustificabile; perdonabile esclusivamente, a mio avviso, in punto di cristiana bontà ed umana sofferenza.
Fatto con modeste conseguenze, per fortuna, ma che ben più gravi avrebbero potuto essere per il Paese e per l’uomo.
Quale, peraltro, il contesto dell’inquietante avvenimento? La nostra bella Italia pare non essere più in grado di distinguere fra confronto e scontro, fra avversario e nemico, fra rispetto ed odio, fra servizio pubblico e convenienza personale, fra bagattella e reato. Rami tutti, diabolici, della mala pianta dell’intolleranza.
Il bel Paese appare dimentico che chi, attraverso il voto, riceve l’investitura a governare ha tutto il diritto ed il dovere di farlo sinché un nuovo fatto, democratico, non elimini tale diritto. E’ altresì vero che dittature prendono avvio, talvolta, dalla democrazia, ma non credo (almeno sino ad ora) che sia pericolo ora corso dall’Italia.
Una cosa è certa e vale sia per i favorevoli sia per i contrari all’attuale Governo. Vi è un disamore sempre più marcato per la Politica. Quella con la P maiuscola quella della quale da tempo non si parla più, o meglio quella che non parla più, con parole di verità, agli elettori.
E’ il momento della micro-politica quella che smercia ammennicoli e pinzillacchere come progettualità di rilievo internazionale ed è dimentica dei treni dei pendolari (e non) con le zecche ed i cessi irrespirabili, del dissesto idrogeologico del territorio, della mafia e della camorra, dell’occupazione abusiva delle case popolari, dei salari a 900 euro mensili, delle pensioni da fame, ecc. ecc. eccetera.
Credo sia giunto il momento che chi fa politica si dia una calmata ed una mossa
Vero è che di De Gasperi, Nenni, Lombardi, Prampolini, Saragat, La Malfa (padre), Malagodi, Fanfani, Moro ed altri “padri” non se ne vedono in giro più da tempo, ma nel destino d’Italia, fra le oscure pieghe o gli angusti recessi vi sarà certo qualche uomo ancora probo, qualche uomo credibile ed onesto, pronto a considerare il bene pubblico prima del suo.
A noi tutti il compito di trovarli e prepararci, se già non sono in Parlamento, ad eleggerli alla prima occasione democraticamente possibile.
Buone feste, Italia. Paese del sole, dell’arte, della moda, della Ferrari e di poco altro.
banzai43
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