venerdì 25 dicembre 2009

L’albero di Natale

(in letteratura)

dalla rivista Internazionale n. 827/2009


Molti classici della letteratura internazionale hanno raccontato il Natale parlando di uno dei simboli delle feste, l’abete decorato con luci e palline colorate. Il New Yorker passa in rassegna questi riferimenti da Truman Capote ad Anton Cechov.

Truman Capote ricorda quando da ragazzo con un suo amico aveva abbattuto un abete per portarselo a casa in A Christmas memory: “‘Dovrebbe essere alto il doppio di un ragazzino, così che un ragazzino non possa rubare il puntale’, disse il mio amico. L’albero che scegliemmo era alto il doppio della mia altezza”.

Poi c’è Un albero di Natale di Charles Dickens: “C’era di tutto e anche di più. Una variopinta collezione di oggetti strani era appesa all’albero di Natale come frutti magici. Una materializzazione delle fantasie dell’infanzia. Tutto questo mi faceva pensare al fatto che tutti gli alberi e tutte le cose che esistono sulla terra avevano le loro decorazioni naturali, in quei tempi tanto belli da ricordare. Ora che sono a casa di nuovo e da solo, i miei pensieri vanno indietro a quel tempo, non riesco a resistere al fascino della mia stessa infanzia”.

L’albero di Natale di David Herbert Lawrence è in Aaron’s Rod: “‘Quello che ha detto Josephine è semplicemente che vorrebbe mettere delle candele su uno di quegli alberi là fuori invece di portarne uno dentro casa’, spiegò Robert. Subito dopo erano tutti intorno all’abete alla fine del prato. La notte intorno era silenziosa, calma. Non c’era vento. Solo qualche rumore di motore in lontananza. ‘Le accendiamo appena le abbiamo fissate o le conserviamo per il brindisi finale?’, chiese Robert”.

(immagine copiata dal Blog di Sherazade)

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