martedì 20 aprile 2010

Ad lunae sororem



Ad lunae sororem



Forma che cosi dolce t’arrotondi

dove s’inserta l’arco delle reni

e, vincendo in tua copia tutti i seni,

ne la mia man che ti ricerca abondi,

e ti parti, anche duplice, in due mondi

ove il PECCATO i suoi più rari beni

chiuder volle per me, come in terreni

Paradisi, e i misteri più profondi,

o tu, candida mole che sul vivo

perno ondeggi levata in alti cieli

ove la voluttà suoi membri aduna,

risplendi or qui come nel marmo argivo

s’io t’invoco presente, fuor de’ veli,

o carnale sorella de la Luna!

Gabriele D’Annunzio


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