mercoledì 19 maggio 2010

Il proverbio spagnolo

Il proverbio spagnolo

da “Giardinieri principesse porcospini”
Consuelo C. Casula

C’era una volta un giardiniere ammirato da tutti per la sua serenità, calma e tranquillità. Un giorno un giovane vuole trasformare l’ammirazione in emulazione e conoscere il segreto di questa capacità di apprezzare i lati positivi della vita. Non gli resta che chiederglielo. E il giardiniere risponde che deve tutto a un proverbio che sua mamma spagnola amava citare: “Si hai remedio porquè te apuras y si no hai remedio porquè te apuras”.

“Cosa significa?” Chiede il giovane che non conosce lo spagnolo.

“Significa semplicemente che se puoi fare qualcosa per rimediare o risolvere un problema è inutile preoccuparti: devi solo impegnarti per risolverlo. Se invece hai esaminato che non c’è possibilità di rimedio o di trovare soluzioni è inutile preoccuparti: devi impegnarti per accettare con animo sereno quello che non puoi modificare”.

Il giovane capisce che questa è una buona strategia ma non riesce a immaginare come possa essere applicata, come si possa riuscire a riconoscere ciò che è modificabile da ciò che non lo è, quello che dipende da noi da quello che non dipende da noi..

Allora chiede al giardiniere come fa riconoscere questa differenza. Il giardiniere ricorda che anche per lui questa è stata la cosa più difficile, e gli ha richiesto molto impegno. Ma oggi crede di riuscire abbastanza facilmente. Egli fa un esempio: “decidere quale seme piantare dipende da te, ma se tu decidi di seminare un certo giorno e poi quel giorno piove devi accettare la pioggia, modificare i tuoi piani e dedicarti a qualcos’altro”.

Il giovane capisce, grazie alla semplicità dell’esempio, ma ha ancora dei dubbi e con ritrosa insistenza chiede al giardiniere se ha qualche regola generale da suggerirgli.

Il giardiniere ci pensa un po’ e poi risponde che lui ha tre regole fondamentale: misurare la propria potenza e i propri limiti; concepire se stesso come solutore di problemi senza compiacimento nè arroganza; guardarsi dalla disperazione senza via d’uscita e dalla speranza senza fondamento.

Nessun commento: