Il Cocomero
Da : ‘ Le parole portano lontano’
Nick Owen
Un viaggiatore attraversava a cavallo un ampio e arido altopiano; era in viaggio fin dalla mattina e ormai aveva caldo e si sentiva stanco ed affamato. Mentre guardava il sole scendere dietro le montagne a ovest, si chiedeva dove avrebbe trovato un posto per dormire e qualcosa da mangiare.
Arrivò all’estremità dell’altopiano e guardò verso il basso, dove si apriva una profonda valle. Molto lontano si distingueva un villaggio, si notava il fumo che usciva pigramente dai camini e formava piccole nuvole nel cielo della sera.
Il viaggiatore spronò il cavallo a percorrere il sentiero che scendeva verso la valle: già pregustava una bibita fresca e dissetante, il sapore dei dolci tipici e il piacere di una buona compagnia.
Quando arrivò all’ingresso del villaggio, sembrava non ci fosse nessuno. C’era una sola strada con case e pochi negozi sui lati ma, nella foschia della sera, si poteva intravedere qualche forma di attività, all’estremità opposta del villaggio.
Mentre incitava il cavallo in quella direzione, il viaggiatore si rese conto che tutti gli abitanti del luogo erano riuniti attorno ad una staccionata che circondava il campo. Avvicinandosi, cominciò a sentire grida nervose della gente che, quando lo vide, supplicò:”Ci aiuti, senor. Ci salvi dal mostro”.
Il viaggiatore guardò nel campo. Riusciva a vedere solo un enorme cocomero.
“Per favore, ci aiuti senor, sta per attaccarci”.
“Non è un mostro,è un cocomero. E’ solo un frutto estremamente grande”.
“E’ un mostro e ci attaccherà. Ci aiuti!”.
“E’ un cocomero”.
“E’ un mostro”.
“E’ un coco…”
Ma prima che potesse terminare la frase, i paesani arrabbiati lo tirarono giù dal cavallo e lo lanciarono nello stagno; poi lo legarono al cavallo e lo cacciarono via dal villaggio.
Circa un’ora dopo, un altro viaggiatore si trovava sullo stesso percorso, il sole era già basso all’orizzonte e l’uomo si sentiva anche più affamato e assetato del primo viaggiatore . Anche lui sognava una bibita e il buon cibo genuino della zona.
Scese nella vallata, arrivò ai confini del villaggio e vide la folla che gridava attorno alla staccionata.
“Qual è il problema?” chiese il secondo viaggiatore.
“Guarda, un mostro verde e cattivo. Ci attaccherà”.
“Eccolo, dunque” disse il viaggiatore. “E’ grande e sicuramente cattivo. Lasciate che vi aiuti”.
Tirò fuori la spada, scese dal cavallo, scavalcò la staccionata e, in men che non si dica, ci furono pezzi di cocomero che volavano ovunque. I paesani, coperti di melma rossa e semi neri, gioivano e applaudivano. Il viaggiatore venne portato in trionfo attraverso il villaggio e fu invitato a rimanere tutto il tempo che voleva.
Lo sistemarono nella miglior stanza dell’albergo, pagarono tutte le sue spese, gli offrirono il cibo e i vini migliori, e, in cambio, lui ascoltò le storie che illustravano la cultura, la storia e il modo di vivere di quel paese.
Poco a poco, quindi, si guadagnò la fiducia di quelle persone e iniziò a raccontare loro la sua cultura, la sua storia e il modo di vivere della sua gente. E, con molto tatto, spiegò loro la differenza tra un mostro e un cocomero.
E così, quando arrivò il momento giusto, quei paesani, piantarono e coltivarono i cocomeri nei loro campi. Quando, alla fine, giunse per il viaggiatore il momento di riprendere il cammino, egli passò accanto a file e file di cocomeri enormi, in attesa di essere raccolti. Uno dei paesani gli disse: “Grazie, senor. Ci hai insegnato molte cose e ci hai fatto capire come coltivare i cocomeri”.
E il viaggiatore disse:”Qui avete proprio dei bei cocomeri. Ma ricordate, anche i cocomeri, a volte, possono essere mostri”.
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