118% Bisogna preoccuparsi della Grecia ?
Dalla rivista INTERNAZIONALE n. 828 del 7.1.2010 (X)
Nel 1999 il rapporto tra il debito pubblico e il pil della Grecia era del 118 per cento. Ora, dopo dieci anni di progressi, sta tornando su questi livelli: per il 2010 si prevede il 110 per cento. Certo, il debito del Giappone arriverà presto al 200 per cento del pil e quello degli Stati Uniti al 100 per cento.Ma nel caso greco bisogna considerare che i precedenti sono preoccupanti: il pareggio di bilancio è stato raggiunto l’ultima volta nel 1972, sotto il famigerato regime dei colonnelli. Da allora il deficit è stato in media del 6 per cento del pil. Ma bisogna anche considerare che la Grecia non è l’Argentina ed è improbabile che il governo di Atene sospenda i suoi obblighi sul debito.Si arriverà all’insolvenza solo se le autorità non potranno rifinanziare il debito maturato o finanziarne uno nuovo: la decisione è nelle mani dei mercati. Ma anche se gli investitori voltassero le spalle alla Grecia, questo non significherebbe automaticamente un default. A quel punto Atene chiederebbe l’intervento del Fondo monetario internazionale.Comunque è importante che il governo greco cominci ad agire, come sta facendo l’Irlanda. La Grecia è una piccola economia aperta e quindi la sua situazione dipende strettamente da quella dei paesi partner.Sfortunatamente, i primi segnali fanno presagire che la risposta sarà in gran parte quella di sempre: un impegno contro l’evasione fiscale e la lotta agli sprechi. Belle parole, ma con risultati modesti. Il vero test saranno i tagli alla spesa pubblica, un intervento politicamente doloroso. Ma i tagli sono sempre dolorosi.
(x) Tito Boeri: economista italiano e professore all’Università Bocconi di Milano.
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