Cina: giovani, ricchi e indolenti
Articolo ripreso dalla rivista Internazionale
“Fu erdai”, ricchi di seconda generazione: così sono chiamati in Cina i figli di chi, tra stenti e difficoltà, ha accumulato una fortuna. Ma questi giovani rampolli, cresciuti nell’agio e viziati, rischiano di dissipare le ricchezze di famiglia e di dover ricominciare da zero. Il settimanale di Hong Kong Phoenix Weekly analizza le cause di un fenomeno che preoccupa il governo e che ha origini lontane.
A differenza di altri paesi, la Cina non ha aziende di famiglia antiche. Fin dalla prima repubblica, agli inizi del novecento, ogni tentativo di impresa capitalista è fallito, spiega il settimanale. Dagli anni cinquanta, il maoismo ha spento ogni iniziativa imprenditoriale. Solo con le riforme economiche di Deng Xiaoping, a partire dal 1979, milioni di cinesi hanno cominciato ad arricchirsi.
Ma dopo aver faticato per raggiungere il benessere, oggi i genitori sognano per i figli una vita facile. Troppo facile, al punto che molti finiscono nel giro della droga o della criminalità. E anche chi di loro studia nelle migliori università, abbandona l’azienda.
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