Oggi non è così e il Paese è diviso. La compagine del Governo, mostra una compattezza di alleanza inguardabile (mamma mia quanto friabile).
L’opposizione (solo di nome) non può essere considerata tale perchè, al suo interno ha l’opposizione di sé stessa e l’opposizione dell’opposizione … dell’opposizione. E in tale condizione a chi si fa opposizione e con chi?, con quali personaggi?
Disponiamo di una classe politica sostanzialmente evirata e d’imprenditori genericamente maneggioni (anche se talvolta intelligenti oltre che furbetti) che rubano a man passa, s’impadroniscono dei nostri soldi e, soprattutto, delle nostre speranze. Individui ombra dei passati imprenditori e dei passati politici, giganti-sognatori al loro confronto.
Che schifo! Che puzza! Che sporcizia! Che voglia di schiaffeggiare i corrotti, i ladri, i profittatori ad uno ad uno.
Che vergogna parlarne con gli amici stranieri (non sempre ci si può sottrarre) che, quando amici veri, sono imbarazzati dalla nostra situazione di marginalità politica, etica e sociale.
E scusatemi di questo piccolo sfogo.
In ben altro modo si espresse, in una delle sue ultime composizioni, il grande poeta Giovanni Raboni, composizione (credo del 2004), che qui ripropongo.
Sdegnato la scrisse pensando d’aver visto il peggio del peggio. Non fu buon profeta. Il peggio doveva ancora venire. E’ un nuovo peggio mentre il peggio vecchio ancora persiste, due peggi assommati, insomma.
A Voi tutti, buon futuro (per quanto possibile) e, di nuovo, scusatemi.
banzai43
Giovanni Raboni
(Milano 22.01.1932 - Parma 16.09.2004)
Stillicio di delitti, terribile:
si distruggono vite,
si distruggono posti di lavoro,
si distrugge la giustizia, il decoro
della convivenza civile.
E intanto l’imprenditore del nulla,
il venditore d’aria fritta,
forte coi miserabili
delle sue inindagabili ricchezze,
sorride a tutto schermo
negando ogni evidenza, promettendo
il già invano promesso e l’impossibile,
spacciando per paterno
il suo osceno frasario da piazzista.
Mai così in basso, così simile
(non solo dirlo, ma anche pensarlo duole)
alle odiose caricature
che da sempre ci infangano e sfigurano….
Anche altrove, lo so,
si santifica il crimine, anche altrove
si celebrano i riti
del privilegio e dell’impunità
trasformati in dottrina dello Stato.
Ma solo a noi, già fradici
di antiche colpe e remissioni,
a noi prima untori e poi vittime
della peste del secolo
è toccata, con il danno, la beffa,
una farsa in aggiunta alla sventura.
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