IVAN, SARA E LA TERRIBILE MINACCIA
Racconto interessante a finale aperto,
acquisito dalla “rete”.
Lo riporto come l'ho trovato.
Caro Ivan, mi chiamo Akim Khon e ti scrivo per raccontarti la mia storia.
Sono un ragazzo di 11 anni e vivo nel villaggio di Zakir e Sharif nel distretto di Dand in Afghanistan.
Lo scorso Giugno stavo giocando con mio cugino, quando all’improvviso una mina mi è scoppiata sotto il piede. Ho perso tutte e due le gambe e un dito della mano destra. Penso che le mine siano un pericolo per tutti. Aiutaci ad eliminarle.
Tuo, Akim Khan.
Ivan sobbalzò. si guardò intorno un pò intimorito, ma non c’era nessuno. “Chi ha parlato?” chiese spaventato.
“Sono la Terra, per gli amici Tea. Guarda in basso e mi vedrai”.
Ivan non aveva mai pensato che la Terra potesse parlare ed era molto stupito. Fissò l’erba, i sassi ed ascoltò. “Io ti posso aiutare” continuò Tea. “Sai, conosco bene la tragedia delle mine e tutti i danni che questi ordigni provocano”.
In un attimo, giusto il tempo di prendere sua sorella per mano, si ritrovarono tutti e due, come per incanto, sospesi in aria, sopra un bel tappeto di erba.
“Evviva!… Stiamo volando!”, gridò esultante Ivan. “Ma questa è una magia!”, disse Sara con il cuore in gola.
“Dove stiamo andando?” “Da Akim, naturalmente”, rispose Ivan tutto felice. “In Afghanistan”, gridò Sara.
“Ecco,siamo arrivati. E ‘proprio lì!” disse all’improvviso la Nuvoletta. “Grazie, grazie infinite!” ripeterono i ragazzi. “E’ stata proprio una gran fortuna incontrarvi.”
“Guarda, Sara!Quello deve essere Akim. Vieni, presto!” “Ciao.Tu sei Akim, vero?” “Sì… e voi da dove arrivate?” “Io sono Ivan e questa è mia sorella Sara.” “Ciao. Allora avete ricevuto la mia lettera! Che bello! “Sono proprio felice che siate venuti a trovarmi”, rispose Akim.
“Qui intorno ci sono molte mine.” “Ma dove? Io non vedo nulla!” disse Ivan incredulo. “Guarda”, continuò Akim”vedi quei cartelli rossi con la scritta “DANGER”? I cartelli indicano che questi sono campi minati. Le mine sono nascoste tra i cespugli, sotto terra. Nessuno sa dove.” “Davvero ?…e perché non vengono tolte prima che esplodano?” chiese Ivan. “Sai, lo sminamento è un’ operazione molto difficile e rischiosa” continuò Akim. “Occorrono i Metal Detector per localizzare le mine e ci vogliono persone specializzate per disattivarle”. “E immagino che ci vogliano anche molti soldi!”, disse Sara. “E sì, proprio tanti”. “Ma allora qui non si può giocare all’aperto ?”, domandò Ivan molto preoccupato. “E’ sempre un rischio”, rispose Akim”.
Sul tavolino accanto al suo letto c’era un piccolo cofanetto di legno. Akim si avvicinò e lo prese in mano.
“Voglio rivelarvi il mio segreto” …e così lo aprì.
“Qui conservo lettere e messaggi di tanti bambini e ragazzi feriti, come me, dalle mine. Vengono dalla Cambogia, dalla Somalia, dall’Angola, dal Mozambico, dall’Etiopia, dalla Bosnia e dalla Croazia”. Akim mostrò ai ragazzi decine e decine di lettere scritte in lingue e caratteri diversi. Qui bisogna fare qualcosa. Io ho un’idea”, gridò all’improvviso Ivan. “Andiamo a trovare tutti questi piccoli del mondo. Se non facciamo qualcosa noi bambini, hai voglia ad aspettare i grandi! Insieme sconfiggeremo le mine,ne sono certo”. “D’accordo”, disse Akim, felice di mettersi in azione. “Sarà proprio un lungo viaggio”, disse Sara eccitata dall’idea.
Il giorno dopo i tre amici partirono all’alba, diretti in Cambogia per andare a trovare Song Kosal e i suoi compagni. All’arrivo in Cambogia ci fu una gran festa di accoglienza. Ivan, Sara ed Akim erano davvero stupiti, perché era come se tutti stessero ad aspettarli. Poi Ivan prese la parola e disse, stringendo loro la mano: noi abbiamo un grande progetto. Vogliamo organizzare un’ Assemblea mondiale per eliminare per sempre tutte le mine: l’assemblea dei piccoli del mondo.
Durante l’Assemblea mondiale dei piccoli, Sara e Ivan invitarono il grande monaco a dare loro un messaggio di verità e di pace.Il venerabile monaco,alzandosi in piedi, disse: “Dobbiamo decidere che fare la pace è più importante di fare la guerra. Dobbiamo decidere che mettere al bando le mine è più importante di produrle, o usarle”, continuò il monaco con la sua voce profetica.”Fare pace richiede saggezza, richiede altruismo. Non c’è pace senza la totale messa al bando delle mine,di qualsiasi tipo”.
I bambini espressero le loro idee: “Feriti e stanchi della guerra siamo. Non più morte, ma vita vogliamo!” “Il nostro sogno è semplice e profondo: le mine al bando, subito, in tutto il mondo!” “La pace verrà, se ci sarà la solidarietà” “Le mine sono armi assassine che seminano solo rovine!” “Noi chiediamo la libertà di vivere, di giocare e continuare a sperare !”
…Quella notte , Ivan sognò che…
… ora scegli tu il finale... (Contributi di Linda Colombo e Nadia Scioscia)
Nessun commento:
Posta un commento