domenica 21 marzo 2010

Uomini politici seri e nuovi



Fra le letture del recente passato (era il 26 febbraio scorso), considerato il momento politico che stiamo vivendo e la prossima consultazione elettorale mi piace ricordare e proporvi, alcune considerazioni fatte dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. Pure bacchettate alla nostra classe politica.

Eccovi il testo dell’articolo, senza alcun commento come, per tali argomenti, sono uso a fare.

banzai43

Nuovo monito della Cei. Dopo la preoccupazione espressa per il Sud e la democrazia in Italia, dai vescovi arriva un appello al mondo politico. Per rilanciare il Paese servono “uomini politici seri e nuovi”, ha affermato il vicepresidente della Cei e arcivescovo di Potenza, mons. Agostino Superbo, in una intervista alla Radio Vaticana.

Monsignor Superbo è tornato poi sul tema della crisi di democrazia, di cui – secondo quanto affermato ieri dal segretario generale della Cei, mons.Mariano Crociata – non soffrirebbe solo il Mezzogiorno ma l’intero Paese. Lo scopo del documento per il sud, che ha messo in evidenza vecchi e nuovi mali individuando nel legame tra mafia e politica il principale ostacolo allo sviluppo, “è anzitutto pastorale” – ha detto mons. Superbo – ma “questo tipo di pastorale, non può non avere dei riflessi nel dialogo con il mondo che ci circonda e soprattutto con la realtà italiana e quindi con i politici, con gli economisti, con gli uomini di cultura e con la gente semplice, che qui da noi è la prima a soffrire le conseguenze negative di una situazione di difficoltà economica”.

“La disoccupazione avanza” ha osservato il presule. La povertà ha raggiunto proporzioni mai raggiunte dagli ultimi 20 anni. Tutto questo – ha detto – ci allarma”. Serve allora – ha proseguito – una nuova classe politica che presuppone un “impegno educativo” da parte della Chiesa. “I politici – ha detto mons. Superbo – non si improvvisano dall’oggi al domani, ma si tratta di una coscienza profondamente cristiana, radicata nella comunità, che si affaccia sul mondo civile e sente come sua responsabilità la costruzione di una città terrena a misura d’uomo, che crea poi, secondo le vocazioni del Signore e le qualità di ognuno, uomini politici seri e nuovi nel modo di porsi, che è un modo di porsi unico: servizio umile al bene comune e senza altre prospettive né di gruppo né di parte né di interesse personale”.

“Auspicabile un rinnovamento generazionale.” E’ invece questo l’auspicio dell’arcivescovo di Perugia e vicepresidente della Cei, mons. Gualtiero Bassetti, che in un articolo sul ruolo dei cattolici in politica pubblicato dal settimanale La Voce esorta chi fa politica anche ad “abbandonare un certo cristianesimo di facciata che oggi – osserva – è diventato irrilevante se non controproducente”. “Sono fermamente convinto – scrive mons. Bassetti – che ancora oggi rimanga importante, se non necessaria, la presenza attiva dei cattolici in politica. Senza questa presenza verrebbe a mancare qualcosa di molto vitale alla politica stessa”.

Fassino: “Il riferimento della Cei non è al Pd” – “Non credo che il documento della Cei si riferisse in particolare al centrosinistra; il documento dei Vescovi italiani è importante perché richiama l’attenzione della politica, dei partiti, delle istituzioni sul Mezzogiorno”, ha commentato Piero Fassino, giunto in Capitanata per un impegno elettorale, rispondendo ad un giornalista a proposito del documento della Cei che parla della presenza al Sud di classi politiche inadeguate. Proprio il Mezzogiorno, secondo Fassino, “in questa crisi rischia di essere la parte del Paese che paga di più”. “C’é la necessità – ha detto – di mettere in campo una politica che dia delle risposte, ma dal Governo nazionale queste risposte non vengono e noi ci battiamo perché le elezioni regionali siano l’occasione per mettere nell’agenda politica il Mezzogiorno e i suoi problemi”.

Nessun commento: